Mirco
Gubellini si racconta
La sua scheda con i gol segnati nell'Unione
L’ex numero 27 alabardato parla del
suo nuovo ruolo all’interno della Triestina, dell’addio al calcio giocato e
degli anni passati da calciatore
con la maglia della Triestina e del rapporto con i presidenti e gli allenatori
che sono passati a Trieste in questi ultimi nove anni.
1) Il suo
nuovo ruolo
Dopo aver preso la decisione di lasciare
il calcio, Tesser mi ha rincuorato
dicendomi che potevo entrare nel suo staff visto che una mano poteva servire
e questo mi ha fatto molto piacere.E’ un ruolo in cui mi trovo bene e mi piace molto
perche’ vivo molto con la squadra , il gruppo. Vivo gli umori dello
spogliatoio, un po’ come essere un giocatore senza giocare.Questo mi aiuta a
digerire piu’ docilmente la
delusione dell’addio al calcio giocato.
2) La decisione di lasciare
il calcio giocato
Dopo alcuni tentativi ho capito che era come sbattere
contro il muro. Gia ' un anno fa i medici mi avevano detto che era difficile che
io tornassi a giocare a calcio.Ho provato a tornare prima facendo un lavoro
fisico specifico a livello muscolare per poter recuperare il ginocchio fragile
ma non e' andato a buon fine poi con un intervento per ricostruire la
cartilagine ma non ho risolto niente, cosi 'anche per non usurare troppo il
ginocchio ho pensato che era meglio utilizzare il fisico ,visto che qualche
partitella riesco a farne ancora , per aiutare la squadra.
3) Il futuro ed il
sogno
Fra le varie cose che mi piacerebbe di piu' in ambito
calcistico e' fare l'allenatore e lavorare sul campo o come direttore come
Seeber.Diciamo che queste due cose sono i ruoli per cui mi sento piu' portato
4) La Triestina 2004/2005
Quest'anno la squadra mi sembra assomigli a quella
dell'anno scorso all'inizio del campionato quando c'era un po' di fragilita' e
difficolta ' in difesa poi trovati i giusti equilibri siamo migliorati con
giocatori che avevano certe qualita' che la stanno dimostrando anche in
squadre di serie A o che primeggiano in serie B. A dimostrazione che trovare una
certa qualita' non e' mai facile. Quest'anno ci sono anche giocatori di buona
qualita' che possono maturare .Forse a questo punto del campionato siamo messi
meglio e chissa che non si possa finire bene il girone d'andata e con la
crescita del gruppo continuare nel girone di ritorno e ripetere il buon
campionato dello scorso anno con un finale migliore,diverso.
5) Gli anni da
calciatore nella Triestina (1995-2004)
La maggior parte degli anni li ho passati in serie C, anni
difficili dove non era facile giocare perche' si doveva vincere per
forza. C'era meno seguito ma piu' pressione e la gente pretendeva di piu' ,
ora e' piu' bello perche ' c'e' piu' entusiasmo fra i tifosi . Sono gli anni
migliori per fare calcio in una buona categoria con squadre
piu' forti ed importanti da affrontare e ti concesso di perdere
qualche gara. Quando si e' obbligati a vincere non e' mai facile e si gioca con
un altra emotivita ', a quei tempi
non bastava l'impegno ma bisognava vincere e basta. Adesso in B i tifosi
sono piu' comprensivi , non ci sono grosse pretese di andare in serie A e si
accontentano di un buon campionato e di vedere il massimo impegno. Questo e' l'ambiente ideale,
giusto per la Triestina.
6) I gol realizzati
Fra i gol piu' difficili c'e' ne uno
che ricordo ogni tanto nei miei pensieri ed e' il gol realizzato al primo
anno di Triestina in C2 al Treviso in casa in una gara molto sentita per
andare ai play off contro la squadra che poi vinse il campionato. Ricordo
che Camporese vinse un contrasto a centrocampo con Pasa, quando giocava da
avversario nel Treviso, mise una palla in verticale e da una posizione
difficile riusci 'ad incrociare sul palo opposto e a realizzare il gol
vittoria. Per importanza poi ricordo la doppietta realizzata nella finale di andata
al Rocco contro il Mestre su passaggio di Masolini il primo e
Princivalli il secondo che ci ha spalcato la porta della C1 ed
uscire dall'incubo della C2 che sembrava non finire mai. Due gol che sono
serviti a far diventare l'ambiente attuale della Triestina.
7) Gli
allenatori
In questi anni di Triestina ho cambiato diversi tecnici .
L'allenatore piu' preparato tatticamente, per come prepara la partita, per i
giusti accorgimenti e' proprio Tesser, Ezio Rossi l'ho stimato come
professionista, non mollava mai credeva nel gruppo e nella cultura del lavoro ed
i risultati l'hanno ripagato.Costantini un buon allenatore ed ottima persona
anche lui ha dato tanto in quella stagione ma ha pagato per tutti ed e' stato
tradito dai giocatori ed abbondonato dalla societa' , poi ho un
ottimo ricordo di Mandorlini ed ora che forse si e' calmato caratterialmente con
meno isterismi e' migliorato molto. Fra gli allenatori che ho avuto
in questi anni ,non avevo un buon rapporto con Ferrario , il mister piu'
povero qualitativamente,Marchioro nonostante l'eta' e avesse poche motivazioni
era una persona che si poteva imparare molto nel modo di essere anche
con Roselli, Beruatto e Dossena mi sono trovato bene e sono tecnici
capaci.
8) I
Presidenti
Con tutti i presidenti mi sono trovato bene, non sono mai
stato portato da nessuno ma con il lavoro, la volonta' e l'impegno alla
fine tutti si sono ricreduti e hanno visto che su Gubellini potevano
contare. Con tutti da Del Sabato,Zanoli, Fioretti vado d'accordo e
se li incontro li saluto senza problemi .Berti e' una persona particolare,
non e' sempre facile andare d'accordo con lui, ha il suo carattere pero' ha dato
molto alla Triestina e ai giocatori che sono stati qui, e' una persona che
pretende ma sa anche riconoscere il tuo lavoro.
9) Giocatore bandiera degli
ultimi 10 anni dopo De Falco negli anni '80
Mi fa piacere se la gente pensa
cosi'. Pero ' De Falco ha fatto molto, molto di piu' in anni diversi e
categorie piu' alte. Sicuramente ha dato un contributo piu' importante nella
Triestina e segnando molti piu' gol di me.
10) I tifosi
Devono continuare a sostenere e a
voler bene alla squadra. Vedo che la citta ' vuole bene alla squadra e deve
essere sempre cosi'. Ci sono anche momenti difficili in cui il pubblico si
spazientisce ma deve capire che ogni anno si cambia molto l'organico con molti
giovani e non e' facile far bene subito.
Intervista del 3 dicembre 2004
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