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Commenti sulla serie B 2006/2007
 

IL CAMPIONATO DELLA TRIESTINA STAGIONE 2010/2011

Commento sull'estate trascorsa dall'Alabarda e sulla rosa della squadra giuliana

a cura di Emanuele

Per iniziare ad analizzare questo primo scorcio di stagione, non possiamo dimenticarci della nostra estate della speranza

L’anomala estate in cui illusioni ed aspettative non sono coincise con le notizie provenienti dal fronte calciomercato ma dai Consigli Federali e dalla qualità delle carte bollate

Diciamo che in linea di principio, per fare gli sportivi puri, questo ripescaggio lascia comunque un certo amaro in bocca perché la Triestina non si è meritata la Serie B, dopo una stagione disastrosa sotto tutti i punti di vista.
Da qualche anno, invece, abbiamo capito che talvolta contano di più i bilanci in ordine rispetto ad una squadra divertente, competitiva e vincente

Ed a questo punto, consoliamoci di avere una Società che, seppur ha dimostrato di capirci veramente poco dal lato sportivo, è stata capace di tenere i conti a posto

Molto probabilmente, al posto degli indegni giocatori dello scorso anno, sarebbe convenuto schierare un bel 4-4-2 composto in difesa da commercialisti, a centrocampo da avvocati ed in attacco da un paio di notai che servono sempre. E’ molto probabile che ci saremmo divertiti di più… e forse, nonostante le parcelle, a Fantinel sarebbero costati di meno. In ogni caso, la squadra sarebbe stata compatta e prontissima per i ricorsi e controricorsi presentati a suon di raccomandate .

A parte le tristi considerazioni del “calcio moderno” (per stavolta tutt’altro che tristi), l’agonia delle carte bollate si è trascinata ferocemente fino ai primi di agosto senza una categoria, senza una dirigenza ma soprattutto senza una squadra.
Quando le altre compagini iniziavano a smaltire l’acido lattico e rifinire gli ultimi dettagli prima dell’inizio stagione, ecco che la nostra Unione ha iniziato a formarsi.

Di primo acchito la situazione sembra dignitosa. Sembra che non ci sia alcun giocatore per il quale valga la pena di fare l’abbonamento ma, almeno, questa volta la sensazione è di poter andare allo stadio per vedere delle magliette che si bagnano di sudore.

Da queste parti abbiamo ormai capito che fenomeni ed esigenze di bilancio sono incompatibili e tant’è, avremo ancora l’onore di ammirare la delicata precisione di Rocco Sabato e la leggerezza di Godeas. Dispiace avere assimilato questo senso di inevitabile mediocrità, senza nemmeno la possibilità di arrabbiarsi con qualcuno visto che Fantinel gioca a nascondino lasciando l’impressione che le cose accadano quasi per caso.

Cercando di andare un po’ oltre a questo atteggiamento da tifoso amareggiato, proviamo a fare il punto sulla squadra, ruolo per ruolo.

PORTIERI:

Abbiamo un 35enne che non giocava da 3 anni ed una serie di giovani speranze. Su questi ultimi ogni giudizio è impossibile, su Colombo, invece, possiamo raccontare la prima impressione. Dopo la partita di Modena sembra aver confermato un livello discreto. Talvolta commette degli errori che non ti aspetteresti da un giocatore della sua esperienza (seconda punizione del fenomeno da baraccone Pasquato) ma, inutile negarlo, è stato protagonista di buonissime partite, risultando anche decisivo in alcune occasioni.

DIFENSORI:

Mi dispiace dover ammettere che mi sono completamente sbagliato su Sabato. Lo scorso anno mi sembrava fosse semplicemente vittima di scarsa personalità e, per questo, affondato assieme agli altri compagni di reparto in un’annata disastrosa. Quest’anno possiamo essere quasi convinti (sperando di essere smentiti) che a sinistra abbiamo un problema. Malagò, esperto e preciso, che a 32 anni si deve inventare un ruolo mai fatto prima ne è la testimonianza. D’Ambrosio non mi dispiace anche se alterna ancora delle cose discrete ad altre che lo fanno sembrare scarsissimo.
Comunque, sembra quantomeno avere una discreta corsa, cosa tutt’altro che scontata da queste parti. La coppia centrale è sufficiente. Brosco è solamente una giovane speranza senza poter essere ancora definito un buon giocatore. Scurto mi piace ma qualche volta va in difficoltà tecnica con avversari particolarmente veloci.
L’ultimo acquisto, D’Aiello, per quello che si è visto ad Empoli, sembra essere valido: scattante, aggressivo e con una cattiveria che gli altri non hanno. Strano che sia costantemente in panchina ma forse ci sono ragioni che non si conoscono.
Al centro probabilmente si potrebbe anche impiegare Malagò ma sulla sinistra va messo qualcosa in più di un birillo con i piedi difficili. Dovrebbe esserci anche Longhi ma, per il momento, è solo una figurina sull’album.

CENTROCAMPISTI:

Guardi la lista di giocatori in rosa e non sai da dove cominciare. Ci sono una marea di esterni, tanti mediani ed un solo giocatore dai piedi buoni, infortunato al momento. Anche quest’anno, come lo scorso con Gorgone, si è tornati sui propri passi, addirittura in due occasioni.
Il ritorno di Antonelli (seppur positivo) va a dimostrare che Bariti, Gherardi, Testini, Toledo non erano da soli sufficienti a garantire una certa qualità sulle fasce. Ora sono in 5 per 2 posti e qualcuno dei giovani a gennaio farà le valigie. Peccato perché Antonelli, comunque ottimo acquisto, non è uno che si possa definire compatibile con la linea giovane più volte sbandierata.
Il reintegro di Princivalli sta a dimostrare due cose. Primo: nonostante tutte le dichiarazioni di completezza della rosa, mancava un centrocampista centrale; secondo: la società nemmeno stavolta è riuscita ad essere coerente con sé stessa. Uno dei cattivoni dello scorso anno, ha ottenuto il presidenziale solenne perdono ed è diventato di nuovo buono.
Longoni, per qualche immagine vista, sembra avere dei gran colpi. Si dice che stia entrando in condizione ed aspettiamo. Forse è addirittura più attaccante che centrocampista ma va bene così.
Note positive sono, senz’altro, Matute, Toledo e Filkor. Il primo è forte, generoso, inesauribile ed ha anche una discreta qualità. Toledo è un giocatore dotato di gran velocità e di qualche bel numero che dà sempre gioia, specialmente a noi poveri tifosi assuefatti dalle “magie” di Sedivec .
Il giovane Attila, invece, sta dimostrando di avere un grandissimo temperamento e di non tirarsi indietro di fronte a nessuno. La sua voglia di emergere può essere d’aiuto per dare un po’ di brio al centrocampo. Lasciando perdere Lunardini, che dovrebbe essere una garanzia, e Testini che conosciamo da un po’, degli altri possiamo dire poco. Gerbo ha movenze da giocatore vero ma a Novara ha causato un gol, dopo pochi minuti dal suo ingresso. Gissi è una riserva ma il suo mattoncino lo porta sempre.

ATTACCANTI:

Ribadendo che Longoni è più di qua che di là, gira e rigira ci troviamo ad avere praticamente gli stessi problemi dello scorso anno.
Godeas sembra più dignitoso della passata stagione. Fa complessivamente una cinquantina di metri in più a partita. Poca roba, comunque.
Della Rocca sembra essersi perso. Dopo l’erroraccio della Società dello scorso anno, che ha acquistato Godeas quando avrebbe dovuto puntare tutto su di lui, mi sembra che non si sia più ripreso. Sembra sfiduciato, svogliato. Il gol da 25 centimetri fallito contro il Padova è emblematico… Spaesato!
Capitolo Marchi. E’ un giocatore che piace. Per me, per essere un attaccante, corre troppo! Sembra un controsenso ma uno scatto a vuoto, magari per generosità, magari per aiutare i compagni in difficoltà, ti toglie la lucidità laddove serve: vicino o dentro l’area di rigore. Non è un giocatore a cui si possa rimproverare alcunché. E’ un attaccante che non segna quanto serve. E solo noi sappiamo quanto abbiamo bisogno di un attaccante che segni…
Speriamo che nel marasma, esca magari il giovane Lionetti, di cui si dice un gran bene e sarebbe il primo triestino, dopo millenni, ad uscire dal vivaio rossoalabardato (Princivalli e Godeas sono emersi il secolo scorso).

Cercando di riassumere, penso si possa affermare con una certa sicurezza che l’obiettivo è indiscutibilmente la salvezza.

Rimane l’incognita dei tanti giovani, non tanto nell’undici iniziale ma nel complesso della rosa. Quell’imprevedibile variabile che porta con sé, inevitabilmente, inaspettate positive sorprese o possibili cocenti delusioni. Quella variabile che ti può proiettare magari vicino ai play-off o malauguratamente vicino alla Lega Pro.
Un campionato da 42 partite è troppo lungo per non mettere in preventivo un abbondante ricorso a tutta la rosa. Con i titolari in campo abbiamo visto che ce la possiamo giocare.
Quando al posto di Testini ci sarà Gherardi, al posto di Toledo ci sarà Bariti e sulla sinistra ci sarà Longhi, non sappiamo cosa possa succedere.
Magari finiamo in A… (o nel girone A della Lega Pro)

Noi siamo sempre qua, i soliti 5 mila veri ed anche i 10 mila di cartone!

Forza Unione  

Emanuele

 

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